La noia, oggi come ieri

In questi giorni di reclusione forzata, si aggira per le nostre case una grande nemica, che sembra portarci alla ricerca compulsiva di una moltitudine di “cose da fare”. Sto parlando della noia, di cui proprio oggi, paradossalmente, riscopro invece il grande valore.

Certo, mantenere uno stile di vita sano e attivo è necessario, così come è importante organizzare le nostre giornate, specialmente per chi è più fragile e può sperimentare vissuti di ansia e depressione. Ben venga dedicarsi alla cucina, alla ginnastica, alle pulizie ecc., ma ben vengano anche i momenti di calma, silenzio e pace. Le parole chiave dovrebbero essere “piacere” e “star bene”, non un riempire passivo e meccanico senza che si dia senso a ciò che stiamo facendo e vivendo. E questo, soprattutto per i nostri bambini e ragazzi che, se da un lato non hanno più quei punti di riferimento quotidiani (la scuola, le maestre, i compagni e gli amici, le passeggiate…) e necessitano quindi del nostro aiuto per mantenere ritmi e rituali, dall’altro in questi giorni tanto difficili potrebbero finalmente ritrovare maggiore serenità, sperimentando la noia e i suoi benefici.

È proprio la noia, sostiene lo psicoanalista Adam Phillips, che “permette al bambino di crescere“. Purtroppo, essa è invece troppo spesso vissuta dagli adulti solo come un problema da risolvere. Vogliamo che i nostri bimbi siano solo e sempre felici e le parole “Mi annoio, non so cosa fare” sono per noi molto allarmanti: ci spingono subito a rispondere, se non addirittura a prevenire, riempiendo il tempo dei figli con tutta una serie di attività, forse perché crediamo che “fare qualcosa” sia più sano o forse perché pensiamo che lasciarli annoiare sia un po’ come trascurarli. O forse più semplicemente, li vogliamo solo liberare da quella noia che noi stessi, in realtà, temiamo e che non sappiamo gestire.

C’è una riflessione bellissima dello psicoanalista Masud Kahn, che sottolinea la necessità di lasciare la mente come un campo a maggese: libera di tanto in tanto di rigenerarsi proprio nell’ozio creativo e nell’assenza di sollecitazioni». In altre parole? A tutti noi servono dei momenti di pausa. La nostra quotidianità è in gran parte pressata e scandita da una catasta di cose da fare tra lavoro, scuola e compiti, appuntamenti, attività, sport. Tutto tempo importante, certo, ma nella nostra agenda così piena manca quasi sempre quello spazio lento e libero per riprendere fiato e ricaricarci e, soprattutto, dedicato all’introspezione: per stare sulle emozioni, sentire cosa si prova e imparare così a gestire la nostra vita emotiva.

Dovremmo imparare che noia non è depressione o apatia e che i bambini, come noi adulti, non sono vasi da riempire con intrattenimento e informazioni. Che il tempo vuoto ha un valore. Che talvolta è meglio abbassare i toni, smorzare gli stimoli, incontrare la lentezza.  Accettiamo e confidiamo nella capacità dei nostri bimbi di stare nell’assenza di stimoli esterni e nelle emozioni (in primis la frustrazione) che ne possono derivare. Perché sono questi i momenti di noia che offrono l’occasione per alcune parti “dormienti” della nostra mente di emergere. Eh sì, perché la noia è proprio la linfa vitale della nostra creatività: essere annoiati ci spinge alla ricerca, ci motiva, ci dà energia per migliorare, attiva immaginazione ed autonomia. E non solo. È l’opportunità per sentire cosa proviamo, per collegarci con le emozioni e prenderne confidenza, per crescere il Senso di sé. Aiuta a consolidare la relazione con noi stessi, la capacità di stare soli – direbbe D. Winnicott – aiuta a sentire che non c’è bisogno di cercare per forza distrazione o compagnia, che Se stesso è un posto bello dove si può stare bene. 

Se offriamo subito loro qualcosa è come dire, indirettamente, che c’è bisogno di qualcos’altro, oltre loro stessi, per stare bene, che da soli non bastano e che non possono gestire il vuoto.

Inoltre, suggeriscono le ricerche, una programmazione eccessiva impedisce ai bambini di scoprire interessi, preferenze, attitudini e talenti, di pensare da soli a cosa sia meglio, di farsi domande, di capire cosa provano, di sentire che le risposte possono arrivare da dentro e non solo da fuori.

È importante e salutare, quindi, che i bambini non solo sperimentino la noia, ma imparino anche a gestirla in autonomia: solo in questo modo possono sviluppare competenze, creative e non, sperimentare limiti e frustrazioni, utili per il percorso di crescita, sviluppare altre competenze emotive – quali fiducia in sé stessi, autostima, gestione della rabbia e capacità di problem solving. Certo, l’idea del tempo nel bambino è diversa da quella dell’adulto, perciò bisogna fargli comprendere che esistono, durante la giornata, delle azioni che si succedono con regolarità, ma, tra queste, ci sarà appunto il tempo dedicato alla noia, in cui scegliere cosa fare… o non fare! Si lascia loro la responsabilità di scegliere e se non vorranno fare nulla, si annoieranno un po’. Non c’è nulla di male, non è un problema, non è tempo sprecato. La noia, ripeto, è il fattore trainante, è ciò che porta a motivare se stessi ed è addirittura considerato il primo diritto dei bambini (cfr. Gianfranco Zavalloni “Manifesto dei diritti di bimbi e di bimbe”).

In questi giorni di stop, allora, fate questa prova: lasciate che i bambini e i ragazzi si annoino e, perché no, provate con loro. Non neghiamo loro questa possibilità di crescita e lasciamoli liberi di vivere il silenzio e l’inattività, di vagheggiare in un mondo fantastico e migliore o di agire in autonomia per superare il momento, nel modo per loro più autentico. Forse, però, prima dovrò essere io, adulto e/o genitore, a mettermi in gioco, capire come vivo la noia e cosa faccia scaturire dentro di me.

Così, in questi giorni, vi auguro di poter sperimentare la vostra vita in modo più lento, di eliminare il superfluo per poter dedicare energie vitali anche al riposo e alla noia e di apprezzare a tal punto la quiete e il silenzio, da permettere ai vostri bambini di vivere questi importanti stati quotidianamente, con o senza coronavirus.

Qualche consiglio in pillole:

  1. Sport, musica e attività extrascolastiche sono certo importanti e hanno numerose funzioni educative, ma non bisogna cadere nell’errore di sovraccaricare i bambini di impegni nel timore che non possano imparare abbastanza. Una o due attività extrascolastiche sono a mio parere più che sufficienti: lasciamo ai bambini un po’ di tempo libero nel quale annoiarsi e cercare in modo creativo qualcosa di nuovo da fare, se lo desiderano, il tempo per giocare liberamente da soli, con i fratelli o con gli amici (quando sarà possibile), per leggere un libro o i fumetti, per chiacchierare con i genitori o con i nonni, per fare i compiti in tranquillità.
  2. Se proprio l’idea di lasciare liberi i bambini/ragazzi vi fa rizzare i capelli o se per lui/lei risulta difficile e troppo frustrante gestire il tempo vuoto (specie all’inizio), create assieme una lista delle attività piacevoli (per lui, badate bene!): queste possono essere attività di base come una partita a carte, leggere un libro, tv, ballare, oppure attività più impegnative come cucinare o imparare qualcosa. Se poi il bambino/ragazzo dovesse lamentarsi troppo della noia, gli si ricorderà della lista, suggerendogli di scegliere una di quelle attività da fare, ma lasciandolo libero di compiere le proprie scelte.
  3. Se il bambino non chiede, non date. Anticipare i desideri di un bimbo significa togliergli la possibilità di desiderare, aspettare e gioire per il risultato ottenuto.
  4. Ogni giorno, almeno mezz’ora, dovrà essere dedicata alla noia. Nessuna attività preconfezionata durante quel momento, nessun laboratorio casalingo, corso di lingua, gioco strutturato… Lasciate libera la mente e improvvisate insieme ai vostri bambini!
  5. Non forzate il bambino a occupare il tempo come piace a voi. I bambini hanno diritto al vostro rispetto così come voi avete diritto al loro.
  6. Se il bambino si annoia, fate spallucce. È durante i momenti di noia, infatti, che i bambini scoprono dentro di sé risorse inaspettate e creano i loro mondi.
  7. Non siate a disposizione sempre dei vostri figli. Giocate con loro, se lo desiderate e potete certo, ma lasciate anche che sviluppino l’autonomia di giocare da soli quando voi dovete svolgere altre faccende o siete impegnati in altro.
  8. Non inculcate nel bambino l’idea che annoiarsi sia brutto e vada evitato. Piuttosto, insegnategli come sfruttare al meglio i tempi morti per rilassarsi, fantasticare, creare!

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