Raccontare il coronavirus

Come parlare ai nostri bambini del coronavirus?

l bambini  hanno perso i loro punti di riferimento quotidiani (scuola, amici, parcogiochi, ect)) e stanno ovunque assistendo, più o meno, ad una ‘crescente attivazione degli adulti’, pur essendoci diversi scenari: ci sono bambini possono essere direttamente coinvolti rispetto al contagio ( e quindi a malattia e risposte sanitarie, proprie o per i familiari); i più vivono restrizioni alla vita quotidiana, ma alcuni vedono i genitori allontanarsi da casa; altri possono non subire particolari cambiamenti nella propria vita quotidiana  ma ‘percepire’ che sta avvenendo ‘qualcosa di importante”.

Le emozioni e i vissuti che noi affrontiamo, caratterizzano quindi anche i nostri bambini, che sentono molto questi cambiamenti. A differenza dei grandi però, che dovrebbero meglio gestirli (cercando di trovare strategie per passare queste giornate nel migliore dei modi) spesso i bambini non riescono ad esprimere a parole ansie e paura.

Dovremmo quindi prestare attenzione ai loro segnali e le emozioni anche brutte non andrebbero eliminate o nascoste; penso sia giusto aiutare i bambini a gestire tutto questo carico emotivo e ancor prima a comprendere la situazione attuale, con modi e tempi adatti all’età, certo. È importante farlo assieme ai bambini, per mantenere la loro fiducia, perché quando sopraggiungono difficoltà con un bambino, è come se si dovesse percorrere una strada con lui, senza lasciargli la mano, senza tenerlo in braccio o lasciarlo andare da solo, ma attraversando insieme, per mano, con fiducia e pazienza.

Ecco allora alcuni consigli in pillole:

1. I bambini hanno bisogno di noi per districare e gestire la confusione emotiva in cui possono trovarsi. Non sempre riescono ad esprimere verbalmente paure e ansie. Siamo noi allora a dover prestare attenzione ai loro segnali, senza negare o sminuire le loro emozioni, ma assicurandoi che è naturale avere paura di queste cose. Dimostrate che state ascoltando dando loro tutta l’attenzione necessaria.

2. Siamo onesti, poniamo loro domande e offriamo informazioni chiare e vere, seppur filtrate in base all’età.

Magari partiamo proprio dalle loro domande se ci sono e se non sappiamo le risposte è una buona occasione per cercarle assieme.

3. Se i bimbi sono particolarmente piccoli – e non hanno già sentito parlare della pandemia – potrebbe non essere necessario sollevare la questione, ma cogliete l’occasione per ricordare loro le buone pratiche igieniche senza introdurre nuove paure.

4.. Usiamo parole semplici e ricordate che non serve dare ai bambini troppi particolari (es. percentuali). Soprattutto è importante evitare il bombardamento mediatico, specialmente le immagini, che hanno un grande potere evocativo ed impatto emotivo (es. immagini da corsia da ospedali,,così come le testimonianze di persone ‘direttamente colpite’ ).

5. Compito degli adulti è anche proteggerli dall’angoscia, osservate le loro reazioni e mantenete un ambiente sereno nel quale si sentono liberi di esprimersi. Disegnate con loro storie o fate altre attività che possano aiutare ad aprire una narrazione

6. Fondamentale è il nostro stesso atteggiamento, l’adulto deve trasmettere rassicurazione e sicurezza., Un genitore in uno stato di “ragionevole allerta”, attenzione, precauzione creerà bambini tranquilli. Per questo si consiglia di mostrarsi calmi e rassicuranti, pur non nascondendo la situazione e di riservare i sentimenti più negativi a momenti isolati, lontano dai bambini.

Se siete in difficoltà, ci sono diverse risorse messe a disposizione in rete (Explora, il Museo dei bambini di Roma, ha messo a disposizione sul suo sito una Guida Galattica al coronavirus; oppure c’è il racconto illustrato Storia di un coronavirus scaricabile in pdf sul sito del Policlinico di Milano. C’è anche una versione in simboli, da leggere e mostrare a bambini con disabilità o disturbi del neurosviluppo).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *