La storia infinita

Atreyu: «Perché Fantasia muore?»
Gmork: «Perché la gente
ha rinunciato a sperare.
E dimentica i propri sogni.
Così il Nulla dilaga.»

Opera senza tempo, La storia infinita è stato un romanzo, prima di trasformarsi in film cult degli anni Ottanta e in un classico regolarmente rivisitato nella cultura pop (più di recente, la pubblicazione è stata esplicitamente ripresa nella serie Netflix Stranger Things – consigliato dai 14 anni in su). 

Il romanzo è un’opera da scoprire e riscoprire per la bellezza e la profondità dei significati. Ma oggi vorremmo parlarvi del film, del perché voi e/o i vostri figli dovreste trascorrere un’ora e mezza in compagnia di Bastian, Atreyu e Falkor, il FortunaDrago che noi tutti, nati negli anni Ottanta, avrebbe voluto cavalcare tra le nuvole almeno una volta.

Il film narra le vicende di Bastian, un ragazzino goffo ed impacciato, appassionato di racconti di avventura e di storie fantastiche e, per questo, incoraggiato da suo padre a vivere in maniera più seria e razionale. Un giorno, per fuggire ad alcuni bulli di scuola, Bastian si rifugia in una libreria e si imbatte in un libro un po’ speciale. Il ragazzo ovviamente non seguirà l’ammonimento del librario e porterà via con sé il libro e vi leggerà con entusiasmo le avventure del giovane Atreyu, incaricato dall’Imperatrice Bambina di salvare il suo magico regno, “Fantàsia”, da una nebbia misteriosa chiamata “Il Nulla” che divora tutto ciò che trova sul suo cammino cancellandolo per sempre.

Lo spettatore pian piano è traghettato in un clima fiabesco, ma non fatevi ingannare, perché molti sono gli spunti di riflessioni offerti da questo racconto: è una storia iniziatica, il viaggio dell’eroe e del bambino alla scoperta di sé, della propria identità, attraverso dubbi, dolore e paure, per scoprire le risorse del suo mondo interno. È una storia di coraggio, amicizia e speranza, anche se sembra impossibile mantenerne una. Questa, è ben rappresentata nel FortunaDrago, che vola al di sopra della terra, ma sa scendere a terra per amore di un amico, per far compagnia, aiutare chi ne ha bisogno e per donare la sua fortuna.

Nella storia troviamo anche importanti metafore della tristezza e della depressione, rappresentata nella palude, che Atreiu deve attraversare, e nelle sue sabbie mobili, che ad ogni passo ingoiano e si nutrono delle incertezze, dei dubbi, del pensiero di fallire. E cosa dire dell’Oracolo del Sud, una porta che solo chi prova amore e fiducia per sé stesso può varcare, e la Porta dello Specchio Magico, dove Atreiu si troverà faccia a faccia con il proprio Io.

Ma il tema forse più attuale – e che magistralmente il film trasmette – è il potere dell’immaginazione, quale capacità umana di sognare, creare, di tuffarsi, per l’appunto, nel mondo di Fantàsia. La bellezza della nostra mente sta in questo: non ha limiti e ha infinite possibilità. Ma quando tale dono si perde, il Nulla dilaga, la speranza vacilla ed è allora dobbiamo saltare dentro, dobbiamo avere il coraggio di saltare dentro il Nulla stesso. Solo così potremmo risvegliare le forze creative più personali e costruire una nuova Fantàsia, un nuovo universo di valori e significati. E quale messaggio più bello potremmo dare oggi ai nostri ragazzi e a noi stessi, se non un appello costante a credere nella vita, un appello alla mobilitazione delle proprie risorse personali, all’uso dell’immaginazione e della forza di volontà per cambiare le cose, alla fantasia intesa come energia capace di abbattere ogni barriera e di creare ponti tra i luoghi più diversi e lontani, prima di tutto dentro di noi.

Dott.ssa Alice Di Nunzio

Psicologa Psicoterapeuta

3791164589

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